GLUTINE – PARTE 1

da | 25/01/2022

CENNI STORICI

La storia della coltivazione del grano inizia 10.000 anni fa nella zona della “Mezza Luna Fertile” (Siria, Israele, Iran, Iraq). In seguito, tale coltivazione si estese anche in Europa. L’introduzione del grano nell’alimentazione di queste popolazioni, mise in evidenza che una percentuale di soggetti non si adattava a questo tipo di alimento.

L’interesse per la malattia celiaca iniziò dopo il 1945 quando il pediatra Willem-Karel Dicke, che lavorava nell’Ospedale dei di Utrecht, identificò nella farina di grano la causa della malattia, osservando come le condizioni di bambini affetti da questa condizione fossero paradossalmente migliorate durante il cosiddetto “inverno del digiuno” (1944-45) quando, a causa della penuria di cibo, i piccoli pazienti erano sfamati con patate, cipolle o alimenti inconsueti come bulbi di tulipano.

COSA E’ LA CELIACHIA?

La malattia celiaca è il risultato dell’interazione tra genetica e fattori ambientali (grani contenenti glutine).
La celiachia è una patologia autoimmune ed è anche chiamata morbo celiaco, enteropatia (malattia dell’intestino) immuno-mediata o sprue celiaca. È una malattia permanente su base infiammatoria dell’intestino tenue caratterizzata dalla distruzione della mucosa di questo tratto intestinale.

In Italia la prevalenza della celiachia è stimata intorno al 1,5%.

RISPOSTA IMMUNITARIA

Il glutine in realtà non è presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all’aggiunta di acqua e alla formazione dell’impasto.

Il sistema immunitario dei soggetti celiaci riconosce il glutine come sostanza xenofoba e instaura una risposta immunitaria.
Il contatto del glutine con la parete intestinale attiva meccanismi immunologici complessi, non IgE dipendenti, a seguito dei linfociti T che liberano sostanze proinfiammatorie.

COSTITUENTI DEL GLUTINE

Il grano è composto dalle seguenti proteine: albumine, globuline, gliadine e gluteine.  Gliadine + glutenine = glutine (80-90% di tutte le proteine del grano).
La categoria delle prolamine, come le altre proteine tossiche per i celiaci, sono: la secalina della segale e la ordeina dell’orzo.

La malattia celiaca rappresenta una condizione infiammatoria cronica che colpisce l’intestino tenue e il digiuno, con conseguente atrofia dei villi nell’intestino.
I villi nell’intestino tenue si appiattiscono e la superficie per l’assorbimento dei nutrienti è fortemente ridotta, il che porta a malnutrizione, carenze di vitamine e minerali e altri sintomi gastrointestinali come disagio addominale, gonfiore, movimenti allentati dell’intestino e nausea.

DIAGNOSI DI CELIACHIA

L’enteropatia da malattia celiaca si verifica nell’1,4% della popolazione, ma rimane non diagnosticata nella maggior parte dei casi, nonostante abbia prove di un aumento dei tassi di diagnosi.
Il test sierologico viene eseguito utilizzando anticorpi anti-gliadina o anti-deaminati, anticorpi anti-TG2 e anticorpi anti-EM.
Il test sierologico viene eseguito su pazienti con alcuni sintomi specifici che includono diarrea cronica con conseguente malassorbimento dei nutrienti, anemia da carenza di ferro e carenza di folati, vitamina E, D, K che si traducono in perdita di peso apparente, osteoporosi, ipocalcemia e aumento inspiegabile delle transaminasi.

Il protocollo diagnostico quindi si effettua mediante dosaggi sierologici degli anticorpi:

o antigliadina (AGA-IgA e IgG);
o antiendomisio (EMA);
o anti- transglutaminasi (IgA).

La biopsia duodenale in ogni caso, esame indispensabile per la diagnosi definitiva, attraverso il prelievo di un frammento di tessuto per l’esame istologico.

SINTOMI NEI BAMBINI

I sintomi tipici della celiachia nel bambino sono: diarrea, vomito, distensione addominale, perdita di peso, anemia, anoressia, edemi, irritabilità. I sintomi atipici sono l’ipoplasia smalto dentario, dermatite erpetiforme (IgA), stipsi, dolori addominali, aftosi recidivanti (mucosa orale e genitale), ipertransaminasemia, ritardo puberale e bassa statura. Generalmente nel bambino la celiachi si presenta dopo alcuni mesi dall’introduzione del glutine nella dieta. Il suo esordio è caratterizzato da diarrea, inappetenza, distensione addominale, alterazione dell’umore. Come conseguenza del malassorbimento vi è arresto della crescita, calo ponderale e anemia.

SINTOMI NEGLI ADULTI

Nell’adulto la celiachia si presenta spesso in maniera sfumata o viene riscontrata casualmente. Si manifesta frequentemente con sintomi aspecifici quali anemia. In minor numero di casi vi è comparsa di sintomatologia addominale classica. Le manifestazioni cliniche nell’adulto si suddividono in sintomi gastrointestinali (diarrea, dolore e distensione addominale e anoressia), sintomi extraintestinali (anemia, osteoporosi “carenza di calcio”, crampi muscolari per carenza di potassio e magnesio, neuropatie periferiche, disordini apparato riproduttivo, dermatite erpetiforme e alopecia).

PATOLOGIE ASSOCIATE ALLA CELIACHIA

Le patologie associate alla celichia sono patologie autoimmuni (diabete mellito tipo 1, tiroidite di Hashimoto, sclerosi multipla, artrite reumatoide), malattie genetiche (Sindrome di Down o S. di Turner) e malattie neurologiche (epilessia) o turbe psichiatriche e deficit di IgA sieriche.
I celiaci non diagnosticati, esposti a lungo alla dieta contenente glutine, hanno un rischio molto elevato di sviluppare il diabete (fino al 25% dopo 30 anni di dieta contenente glutine).
Questo rischio si azzera quasi completamente nei soggetti celiaci diagnosticati precocemente e che seguono una dieta priva di glutine indicando che un alimentazione senza glutine è in grado di prevenire in essi lo sviluppo di diabete.

 

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